NAPOLETANITA' VS napoletanismo

Data 14/6/2008 18:06:36 | Categoria: anni [60]

L'angolo di Piazzetta Nilo, denominato Largo Corpo di Napoli, nasce verso la metà del seicento. Il nome del Largo è dovuto alla statua che rappresenta il Nilo giacente.Crocevia di culture e razze differenti, Neapolis ospitò in epoca romana anche diverse colonie orientali. Tra queste, particolarmente fiorente fu quella alessandrina, localizzata nella cosiddetta Regio Nilensis; in corrispondenza di quest'area, nell'odierna Piazzetta Nilo, si trova ancora oggi la statua dedicata al sacro fiume egiziano, risalente al II sec. d.C. e raffigurato come un anziano sdraiato sull'acqua, circondato da elementi egiziani e con in mano una cornucopia.
Partiti i mercanti, la loro divinità fluviale fu sepolta e dimenticata. Riemerse verso la metà del XII secolo, priva di testa, e fu utilizzata per decorare prima il seggio e poi lo slargo a cui diede il nome. Il corpo acefalo circondato di putti fu pensato come un corpo femminile e materno, che nell'immaginario collettivo rappresentava Napoli che allatta i suoi figli. Un restauro del 1657 restituì alla statua una testa barbuta, consona alla originaria identità maschile, ma il largo continuò a chiamarsi Corpo di Napoli.

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Queste due "espressioni artistiche ", per un bizzarro disegno del destino sono poste una di fronte all'altra.
Molti di voi credo che non avete mai visto IL CORPO DI NAPOLI. Semplice .
Per decenni è stato nascosto dietro un'edicola (l'edicolante si è spostato di sua spontanea volontà da qualche anno !!!!).
Avete capito bene una delle più importanti testimonianze culturali del mondo classico, oltre che a rappresentare l'incontro tra l'EGITTO e il mondo GRECO-ROMANO, è la testimonianza della discendenza "REGALE" di NAPOLI, era sepolta e dimenticata dietro una pila di gazzette dello sport e novella 2000.

Al contrario, l'altra, in bella mostra, oltre che a coprirci di ridicolo con i turisti di tutto il mondo (ce ne sono decine sparse per la città) è oggetto di culto maniacale e demenziale.

FINO A QUANDO QUESTA SUB-CULTURA DOVRà SOFFOCARCI COME LE TONNELLATE DI SPAZZATURA ?????

Non ci resta che piangere diceva un grande figlio di NAPOLI.
Allora facciamolo alla grande con il massimo della Napoletanità


Enrico Caruso- Fenesta che lucive 1913


Fenesta ca lucive e mo’ nun luce (finestra che splendevi ed ora non splendi)
Sign’è ca nenna mia stace ammalata (segno è che la mia piccola è ammalata)
S’affaccia la sorella e me lo dice
Nennella toja è morta e sotterrata (la tua piccola è morta e sotterrata)
Chiagneva sempe ca durmeva sola (piangeva sempre perché dormiva sola)
Mo’ duorme co’ li muorte accompagnata (ora dorme in compagnia dei morti)
Mo’ duorme co’ li muorte accompagnata
Va nella chiesa e scuopre lu tavuto (va’ nella chiesa ed apri la bara)
Vide nennella toja comm’è turnata (guarda la tua piccola come è tornata)
Da chella vocca che n’ascéano sciure (da quella bocca da cui uscivano i fiori)
Mo’ n’esceno li vierme, oh che pietate (ora ne escono i vermi, oh che pietà)
Zi’ parrucchiane mio, àbbice cura (zio parocchiano mio, àbbine cura)
‘Na lampa sempe tiénece allummata (tieni per lei un lumino sempre acceso)


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UN SALUTO A TUTTI I PSEUDO-AMERICANIZZATI DI PROVINCIA COL RAGù A CASA DI MAMMINA LA DOMENICA




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