Daniela Carelli live at Upstroke

Data 3/1/2010 11:20:00 | Categoria: [concerti]

E’ una macchina lisa e graffiata la Daniela Carelli band, si porta addosso kilometri e kilometri di rock’nroll sangue sudore e ruggine, ma tira, cazzo se tira. Fa tutte le tappe giuste da New york a New Orleans, si ferma in un tramonto sulla San Francisco Bay a meditare sulla solitudine, passa per Memphis dove ha lavato centinaia di piatti, macina strada polvere e grinta.
Ha la meravigliosa carrozzeria di Daniela, due grossi occhi neri e la voglia e la forza di prendere i classici per il bavero, la consumata competenza di Lucio Mazzaro, la direzione musicale di un orchestratore d’eccezione come Raffaele Lopez attento a spostare lo sterzo quando serve ed un mtoore di pura energia:Massimiliano Campo, la certezza del ritmo il 4/4 migliore dei palchi napoletani,l’uomo che quadra il cerchio e riporta tutti sul terreno dopo i voli; non da meno Ernesto Osci, elegante, sobrio, presente quando serve, fluido, morbido e sensuale : che cosa chiedete ad una sezione ritmica? Precisone e passione…serve altro?
Daniela ha la fortuna di calcare il palco dell’upstroke in compagnia di una backing band sublime, rodata da anni di fumo, boccali di boccali di birra, corpi vibranti in attesa della scossa giusta.
Questa band è il sogno di qualsiasi vocalist.
Produ Mary, Sitting on the dock of the bay, Sweet Home Chicago….un lungo viaggio con una macchina che sul lunotto posteriore ha la sciarpa del Napoli…i neri di New Orleans e gli scugnizzi, anni di melodia napoletana e le piantagioni di cotone…la stessa sorte, la stessa sfortuna, la stessa grinta macerata in anni di oppressione..
Poi arriva Chicco Accetta ed improvvisamente “I’ve heard it through the Grapevine” prende il ritmo dei “Black Sabbath” ma dove gli inventori del dark metal non sarebbero mai arrivati ci arriva la Daniela Carelli band colorando di scuro un classico del soul senza perderne la carica sensuale, grintosa…e passionale.
Una lezione di rilettura che dovrebbe finire in una manuale.
Daniela è in piedi sul cofano ed il vento del sud le graffia la chioma nera mentre tributa Tina Turner, Marvin Gaye, Otis Redding e regala la più profonda delle sue emozioni al Suo pubblico napoletano, con gli occhi gonfi di lacrime e l’ugola carica di blues.
Perché ci sono notti nelle quali non conta cosa ma come lo fai, non conta dove ma perché, non conta quando ma adesso.. e questo la gente, il pubblico, lo sa, lo vede, lo sente.
Quando il cuore è puro non c’è menzogna che tenga.




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